
“Una battaglia coraggiosa per portare il lavoro pubblico fuori dalle secche della scientifica disorganizzazione puntando su competenze e professionalità, deve partire da qui. E invece non è così: quando si parla di produttività nel pubblico si pensa alle norme, nel privato agli strumenti. E agli incentivi. Quando si parla di innovazione nel pubblico si pensa alle riforme, nel privato a organizzazione, processi, prodotti, valorizzazione delle professionalità. Uno strabismo che costa caro in termini di blocco dell’innovazione e di mortificazione delle competenze, che danneggia lavoratori pubblici e servizi ai cittadini”.
“Il governo si decida, vuole un settore pubblico veloce, avanzato, di qualità che sia volano della crescita? Allora inizi dalla detassazione della produttività anche nel pubblico. E dal rinnovo dei contratti”.