Napoli, sciopero del pubblico impiego campano: basta offese e pregiudizi siamo servitori dello stato e degli italiani. Adesso Renzi ci rinnovi il contratto

Un corteo di bandiere, cartelloni, fischietti e slogan gridati a squarciagola per il rinnovo del contratto, così l’esercito delle lavoratrici e dei lavoratori del pubblico impiego di CGIL CISL UIL ha scioperato ed è sceso in piazza questa mattina a Napoli.
“Noi non siamo i furbetti del cartellino, non siamo i fannulloni o gli sfaticati, noi siamo le lavoratrici ed i lavoratori dello Stato, operiamo nei ministeri, nelle prefetture, nei corridoi degli ospedali, nei reparti, nelle sale operatorie, nei pronto soccorso, siamo negli uffici dei comuni, delle regioni o nel corpo forestale, noi siamo servitori dello Stato e dei cittadini italiani e siamo stanchi di essere screditati e maltrattati” . “Da 2300 giorni non abbiamo il rinnovo del contratto e vediamo calpestati i nostri diritti, adesso il Governo, lo Stato metta le risorse e rinnovi il contratto ai suoi dipendenti”, così hanno affermato dal palco in piazza del Gesù, Nicola Turco, il segretario nazionale della UILPA, Doriana Buonavita segretario generale della CISL Fp, Vincenzo Martone, segretario generale della UIL Fpl Campania ed Alfredo Garzi, segretario generale della CGIL FP Campania”.

“ L’appello di CGIL CISL UIL del pubblico impiego non è rivolto solo a Renzi e al suo governo, ma anche al Presidente De Luca, soprattutto per quanto riguarda l’emergenza sanità in Campania: “i tagli, dovuti ad un debito di cui i cittadini non hanno nessuna colpa, hanno messo la sanità regionale in ginocchio. I lavoratori nella sanità , nei nostri ospedali, nelle ASL, sono sottoposti a turni ed orari impossibili, mentre aumentano i ticket sanitari, le liste d’attesa sono sempre più lunghe ed il diritto sacrosanto alla salute è letteralmente negato”, affermano i sindacalisti Garzi, Buonavita, Martone e Turco.
CGIL CISL UIL hanno dichiarato che lo sciopero di oggi , previsto anche in altre città del Paese, è solo l’inizio di una battaglia che finirà nel momento in cui il Governo darà segnali di apertura e testimonierà vera responsabilità rispondendo concretamente alle esigenze del mondo del lavoro del pubblico impiego.

Stampa